Nel lavoro di Professional Organizer il punto di partenza di tutto è il Decluttering.
Questa pratica consiste nel liberarsi degli oggetti vecchi o inutili, di tutto quello che ci dà un senso di pesantezza e malessere.
All’evento nazionale dell’APOI, da poco svoltosi a Torino, ho assistito all’intervento molto incisivo di due mie colleghe, Lorenza Accardo e Giulia Ju Rastelli, proprio sul Decluttering definito come un processo volto a riprendere la consapevolezza e il controllo delle cose che possediamo.
A volte capita, infatti, di avere in alcune zone della casa dei “buchi neri” (io li chiamo così), in cui non sappiamo più che cosa c’è. Continuiamo a buttare dentro roba senza criterio, poi magari cerchiamo una cosa che ci serve e non la troviamo. Siamo quindi costretti a ricomprarla. Questo diventa un circolo vizioso da interrompere il prima possibile, per vivere in maniera più funzionale e non essere sommersi da una valanga di oggetti.

Per trovare il giusto posto ad ogni cosa, che andrà possibilmente catalogata e sistemata insieme ai suoi "simili", dobbiamo capire prima ciò che c’è nel posto da riorganizzare. Tiriamo fuori tutto, puliamo le superfici dei mobili-contenitori e facciamo un inventario. Dividiamo le cose in categorie: "da tenere", "da buttare", "da vendere", "da barattare", "da regalare", "da riciclare"...

Al solito io preferisco iniziare dalle "cose da tenere", che sono quelle che ci dovrebbero rappresentare maggiormente, quindi cerchiamo di avere meno cose, più di qualità!
Il cuore, secondo me, del Decluttering è stabilire il nostro valore, cioè quanto ci vogliamo davvero bene e quanto siamo disposti a farci “rubare spazio” da oggetti inutili.
Capita spesso di conservare ogni sorta di paccottiglia, ad esempio bomboniere inutili, biglietti di concerti, addirittura incarti di prodotti... giustificando questo accumulo come dei ricordi. Pensiamo davvero che abbiamo bisogno di tutti questi oggetti per ricordarci dei momenti più belli della nostra vita? Non credo proprio!

Il Decluttering si può applicare, anzi si deve applicare ad ogni processo organizzativo che coinvolga, spazi, tempi, attività, progetti, pensieri...
Per fare ordine il primo step da compiere è sempre quello di prendere visione della quantità e qualità degli elementi (oggetti, spazi, attività, progetti...) in modo da riprendere il controllo, alleggerendosi di ciò che non serve.